Accogliere e proteggere identità uniche e preziose

In occasione della Giornata internazionale delle persone anziane, la testimonianza di Chiara Sanna, già OSS e Infermiera, ora Direttrice di un Soggiorno Anziani Anteo

Cose meravigliose

Ho svolto la mia attività prima come OSS, poi, dal 2009, come infermiera e da un anno come Direttrice del Soggiorno Anziani del Favaro, una frazione collocata fra Biella e il Santuario di Oropa. In quasi 20 anni di lavoro presso residenze per anziani ho visto succedere cose meravigliose.

I bisogni più veri

Quando un anziano entra in casa di riposo, lascia dietro a quella porta tutto il suo quotidiano, lascia i mobili faticosamente comprati con tanti sacrifici, lascia i quadri, le fotografie, i piatti e i propri asciugamani: lascia la sua vita e deve affrontare l’ignoto.

Lo sguardo smarrito di chi entra in struttura può essere molto penetrante: in quegli occhi stanchi, velati da anni di duro lavoro, difficilmente si scorge la vera identità della persona che si ha davanti.

Ed è osservando quegli occhi che ho cercato di capire che cosa realmente occorre a chi arriva in una casa di riposo: certamente è necessario che il luogo che li accoglie sia sicuro, che l’assistenza medica ed infermieristica sia all’avanguardia e i letti siano di ultima generazione, ma la cosa più importante è la presenza vera di qualcuno che cerchi il loro sguardo e offra il proprio, ancora di più oggi che i nostri occhi sono l’unica porzione di viso che consente la comunicazione, qualcuno che stringa le loro mani fra le proprie, tutte igienizzate ma non per questo meno calde.

La Cura che passa attraverso il coinvolgimento

L’accoglienza con la “A” maiuscola la si fa ogni giorno, cercando di investigare, in punta di piedi e nel tempo necessario, sulle vite degli anziani, su ciò che hanno fatto e che sono stati prima della casa di riposo, rispettando i loro ritmi e le loro abitudini, garantendo quel doveroso rispetto che si deve avere verso chi prima di noi ha affrontato la Vita.

Ho sempre invitato i familiari dei nostri Ospiti a portare un quadro, le fotografie, a volte un piccolo mobile della casa lasciata, affinché la personalità di ciascuno non si smarrisca: è importante che la casa di riposo diventi davvero una nuova casa e non solo un luogo di cura.

Presso il Soggiorno Anziani del Favaro adattiamo il più possibile ogni spazio alle esigenze degli Ospiti, coinvolgendoli nelle piccole decisioni che riguardano l’ambiente in cui vivono: la scelta delle tovaglie, lo spostamento di una poltrona, la collocazione di una bella credenza nella sala di lettura. Un gruppo di anziani ha espresso il desiderio che nei vasi in veranda venissero piantate erbe aromatiche e fiori: l’abbiamo fatto, con il loro stesso aiuto.

Desideri piccoli ma importanti

È essenziale esaudire i desideri, per esempio quelli che riguardano i pasti, così importanti per gli anziani, naturalmente in armonia con le esigenze legate alla sicurezza e alla tutela della salute: la merenda pomeridiana, la popolare polenta concia o con uovo fritto della domenica o i menù speciali che proponiamo in occasione delle feste diventano momenti di sorpresa e di gioia, di sorrisi grati rivolti alla cuoca, di emozioni in circolo.

Il gusto della relazione, sempre

Anche la dimensione della socialità è oggetto di grande cura e impegno, da parte nostra. Sempre, anche e soprattutto durante l’emergenza sanitaria. Tutti gli Operatori hanno sentito la responsabilità di diventare famiglia per gli Ospiti e hanno garantito affetto e attenzioni.

La parola giusta per definire ciò che questo periodo pandemico ha creato è per me forse la più sorprendente: “condivisione”. Perché tutti noi abbiamo accolto e condiviso emozioni, paure e dolore, ed è così che abbiamo riscoperto ogni giorno di più il valore della persona.

Durante i mesi più freddi, i bimbi sono venuti a trovarci e, attraverso un vetro, hanno “gridato” poesie e filastrocche agli Ospiti, come se fossero “serenate” di affetto, e hanno appiccicato i loro disegni più belli colorando le finestre.

È stato speciale vedere come i nostri Ospiti durante il lungo lockdown hanno accettato la grande novità rappresentata dalla tecnologia, cogliendone il valore, sorridendo di cuore durante le videochiamate, meravigliandosi di questo piccolo tablet “magico” che ha garantito sempre un contatto con i loro cari. Noi tutti ci siamo emozionati nel vedere un nostro Ospite piangere di gioia durante una videochiamata di alcuni suoi amici

Questa estate abbiamo inventato dei giochi nuovi da fare con i bimbi dell’asilo adiacente al nostro Soggiorno: il Covid-19 ci ha imposto regole e distanze, così, passata la fase più critica, abbiamo diviso la grande veranda con nastri e bandierine colorate, abbiamo posizionato al centro una piccola piscina e tanti palloncini galleggianti e abbiamo giocato alla “pesca il palloncino”, grandi e piccoli, con un lungo retino. Perché le regole vanno rispettate, ma ci si può divertire anche stando insieme due metri di distanza.

Il Covid ha portato con se paura, solitudine e smarrimento, posso dire che qui al Soggiorno Anziani del Favaro ogni emozione è stata accolta , elaborata e compresa . 

Il valore insostituibile delle radici

In questa Giornata Internazionale degli Anziani, oggi, nel 2021, mi sento di dire che per quanto dura sia stata questa ultima stagione, vedo davanti a me un arcobaleno, quello formato dai sorrisi dei nostri Ospiti, dalle loro mani rugose che si intrecciano alle nostre, dalle fotografie della loro vita passata che ci strizzano l’occhio dai comodini.

È stato ed è un privilegio e un onore proteggere i nostri anziani, perché queste generazioni che hanno profondamente solcato il terreno dove camminiamo sono le nostre radici e senza radici non possiamo crescere.

Rivolgo un forte abbraccio a tutti gli anziani, anche a nome di tutti i colleghi Anteo al loro servizio.

Chiara Sanna