In occasione della Giornata Mondiale della Salute, il Dott. Jefferson Binala medico in formazione specialistica in Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università del Piemonte Orientale e nostro collaboratore, ci propone un approfondimento sull'”equità nella salute” come diritto fondamentale dell’umanità.

 

Perché questa giornata?

Si celebra il 7 aprile la Giornata Mondiale della Salute (World Health Day), istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), di cui quest’anno ricorre il 75° anniversario. La giornata rappresenta un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti di interesse internazionale fondamentali per la salute pubblica. In questa particolare fase storica, l’OMS ha voluto dedicare la giornata richiamando l’attenzione sui valori di Equità e Giustizia in Sanità e ricordando come la Salute sia un diritto umano fondamentale.

Quale equità, oggi?

L’equità nella salute si riferisce al principio secondo cui tutte le persone dovrebbero avere l’opportunità di raggiungere un buono stato di salute, indipendentemente dal loro stato sociale o economico, dalla posizione geografica o da altre dimensioni di disuguaglianza (ad esempio sesso, genere, etnia, disabilità o orientamento sessuale).

Al giorno d’oggi, purtroppo, le disuguaglianze in materia di salute persistono in tutto il mondo, con alcune popolazioni che devono affrontare ostacoli significativi per accedere ai servizi sanitari; e nonostante i progressi compiuti nel migliorare i risultati della salute globale nel corso degli ultimi anni, c’è ancora molto lavoro da fare per affrontare le numerose sfide sanitarie per raggiungere l’equità nell’accesso alle cure e nei trattamenti, eliminare le disparità sanitarie prevenibili e garantire una migliore assistenza sanitaria in tutto il mondo.

Attualmente infatti, il 30% della popolazione mondiale non è in grado di accedere ai servizi sanitari essenziali e quasi due miliardi di persone affrontano una spesa sanitaria rilevante e impoverente, con disuguaglianze significative che colpiscono coloro che si trovano soprattutto nei contesti più vulnerabili.

I dati disponibili dimostrano inoltre che le minoranze etniche e le popolazioni a basso reddito sperimentano tassi più elevati di cattive condizioni di salute e malattie per una serie di condizioni, tra cui diabete, ipertensione, obesità, asma, malattie cardiache, cancro e parto pretermine e presentano un’aspettativa di vita più bassa e tassi più elevati di mortalità infantile rispetto all’etnia caucasica.

Una copertura sanitaria universale può quindi non soltanto offrire l’accesso a servizi sanitari essenziali di qualità, promuovendo il benessere delle famiglie e delle comunità e tutelando dalle crisi sanitarie pubbliche, ma aiuta anche a fornire una protezione finanziaria, sollevando le persone dalla povertà.

Obiettivi ambiziosi

Proprio per questo motivo, “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” rappresenta uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) che le nazioni del mondo hanno sottoscritto per l’Agenda 2030. Infatti, all’assemblea generale delle Nazioni Unite del 2019, i Paesi hanno ribadito che la salute universale è una precondizione fondamentale e rappresenta un risultato determinante per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile, in maniera tale che 1 miliardo di persone in più dispongano di una copertura sanitaria universale entro il 2025.

Le disuguaglianze quindi continuano a essere una delle sfide centrali per l’equità sanitaria universale. Infatti la copertura dei servizi sanitari tende ad essere maggiore tra i più ricchi e i più istruiti, che vivono nelle aree urbane, specialmente nei Paesi a basso reddito. Inoltre, queste disparità sono frequentemente integrate nei processi politico-istituzionali e nelle norme sociali di molti Paesi, portando ad un rimodellamento della distribuzione delle risorse a danno dei più poveri.

Ostacoli complessi

Per riuscire a concretizzare progressivamente il diritto alla salute universale sarà quindi fondamentale identificare ed eliminare sistematicamente le disuguaglianze derivanti dalle differenze nella salute e nelle condizioni di vita complessive, che includono soprattutto:

  • accesso all’assistenza sanitaria: questo può ridurre il carico prevenibile ed evitabile di specifiche patologie e di decessi, soprattutto tra le popolazioni emarginate;
  • povertà e disuguaglianza: la povertà limita l’accesso a cibo sano, alloggi sicuri e altre risorse essenziali per una buona salute;
  • fattori ambientali: l’inquinamento, le carenze igieniche e l’acqua non potabile possono avere un impatto significativo sui risultati sanitari, in particolare nelle comunità a basso reddito ed emarginate;
  • fattori politici e sociali: l’instabilità politica, i conflitti, la discriminazione e altri fattori sociali possono limitare l’accesso ai servizi sanitari e creare ulteriori ostacoli al raggiungimento di buoni risultati di salute.

La conoscenza, il monitoraggio e l’analisi rappresentano le azioni necessarie per identificare e tracciare le popolazioni più svantaggiate al fine di formulare politiche, programmi e pratiche più orientate all’equità e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi alla salute.

I principali determinanti sociali che vengono valutati per misurare l’equità nell’assistenza sanitaria includono:

  • istruzione: tassi di lingua e di alfabetizzazione, livello di istruzione più elevato, qualità dell’istruzione;
  • assistenza sanitaria: accesso alle cure primarie, alfabetizzazione sanitaria;
  • stabilità economica: occupazione, sicurezza alimentare, stabilità abitativa;
  • ambiente: qualità degli alloggi, vicinanza alla violenza e alla criminalità, distanza da inquinanti e rischi ambientali;
  • fattori sociali e comunitari: fattori negativi come la discriminazione, l’incarcerazione; fattori positivi come senso di comunità, coesione sociale, partecipazione civica.

Azioni e strategie: la necessità di un impegno collettivo

Per ridurre queste disuguaglianze alla radice è necessario uno sforzo collettivo, un approccio globale e collaborativo che coinvolga i governi, gli operatori sanitari, le organizzazioni comunitarie e i singoli individui di tutto il mondo.

Le strategie politiche dovrebbero concentrarsi sull’equità mantenendo gli standard di efficienza raggiunti: un’assistenza sanitaria equa porta infatti a sistemi sanitari complessivamente sempre più efficienti, poiché una popolazione più sana richiede meno cure mediche, quindi meno visite mediche, meno spese sanitarie per paziente e migliori risultati di salute. Sarà inoltre importante promuovere politiche sanitarie mirate a cambiamenti strutturali duraturi, che riducano i danni perpetuati dal razzismo strutturale, dal sessismo e dal classismo e da altre forme di oppressione, per garantire un miglioramento dei risultati sanitari per le persone vulnerabili.

Sarà anche necessario potenziare progetti in ambito sanitario per fornire servizi di alta qualità ed efficaci che siano disponibili, accessibili e accettabili per tutti, ovunque ne abbiano bisogno, in modo da affrontare la distribuzione iniqua delle risorse sanitarie e migliorare le condizioni di vita quotidiane

Tutto questo sarà soltanto possibile investendo in sistemi sanitari solidi: l’aumento dei finanziamenti pubblici per la salute e la riduzione dei costi sanitari sono fondamentali per fornire sia una copertura sanitaria universale sia la preparazione alle emergenze.

È opportuno inoltre garantire una formazione continua per gli operatori sanitari, compresi gli amministratori, sui determinanti sociali della salute, proprio per ridurre le discriminazioni ancora troppo presenti in molti paesi nell’ambito socio-sanitario.

Infine, risulta cruciale coinvolgere e responsabilizzare individui, famiglie e comunità, specialmente nei Paesi più industrializzati, per promuovere una maggiore partecipazione sociale informata e attiva che indubbiamente contribuisce in quel cambiamento necessario per ridurre lo stato di disparità sanitaria e per migliorare la salute e il benessere di tutte le persone.

In conclusione, ancora al giorno d’oggi le disuguaglianze nella salute sono una delle principali problematiche a livello globale, con implicazioni non soltanto da un punto di vista sanitario, ma anche a livello sociale ed economico. Per raggiungere l’equità nell’assistenza sanitaria è quindi necessario orientare tutti i nostri sforzi per affrontare le disuguaglianze evitabili e le ingiustizie contemporanee: lavorando insieme possiamo contribuire all’eliminazione globale delle disparità sanitarie e garantire a tutti l’opportunità di vivere una vita sana e soddisfacente.

 

 

 

Bibliografia