Per non cedere al pensiero del suicidio

Anche quest’anno il 10 settembre ricorre la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio.

In ogni parte del mondo questa è l’occasione per ricordare un problema che è nato con l’essere umano ed appartiene alla sua natura e storia. Ma il tema del suicidio non è un problema solo filosofico, perché è quasi sempre legato ad una condizione di sofferenza umana e come tale è anche un problema di salute pubblica.

Conoscere i fattori di rischio per prevenire

A partire dall’ultimo secolo la ricerca scientifica in questo campo ha prodotto molte nuove conoscenze, contribuendo alla possibilità di fornire aiuti concreti e molte volte efficaci alle persone che attraversano crisi suicidarie. Come medico psichiatra, posso dire che non è un lavoro semplice o facile e soprattutto per avere un minimo di successo questo lavoro non può contare solo sull’intervento dei professionisti della salute mentale. Perché esista una efficacia preventiva è indispensabile una conoscenza diffusa di indicazioni, misure e comportamenti che potenzino i fattori protettivi contro la tendenza al suicidio e riducano i potenziali fattori di rischio ai vari livelli di popolazione generale, di singole comunità anche piccole come le famiglie e di luoghi di studio e di lavoro.

Covid-19 e suicidio

Proprio lo studio ed il lavoro sono gli ambiti che sono stati pesantemente colpiti (e lo sono tuttora) dagli effetti diretti ed indiretti conseguenti alla pandemia da COVID-19. Il timore di una possibile e gravissima crisi economica e finanziaria che potrebbe coinvolgere a breve l’intera nazione partendo dai settori lavorativi più vulnerabili deve farci riflettere su come affrontarla sia singolarmente sia come comunità. Le misure di sostegno da parte degli amministratori giocheranno un ruolo fondamentale nel fornire quell’indispensabile supporto sociale ed economico per prevenire i disastrosi effetti psicologici e comportamentali che le gravi crisi finanziarie hanno su singoli individui, famiglie e tessuto sociale.

Il coraggio di chiedere aiuto

Anche il sistema sanitario, ed in particolare i servizi di salute mentale, dovrà organizzarsi e fornire interventi che prevengano e/o gestiscano le crisi suicidarie. Ma anche i singoli dovranno acquisire alcune informazioni fondamentali per aiutarsi in momenti di crisi o poter aiutare altri. Fondamentale è sapere che per non cedere al pensiero del suicidio non si deve rimanere da soli con se stessi: si deve chiedere aiuto ad altri. Spesso chiedere aiuto è difficile perché ci sono di ostacolo sentimenti come la vergogna. Tuttavia, proprio sapendo in anticipo che sulla strada del superamento di una crisi suicidaria troveremo questo ostacolo, potremo organizzarci e capire chi, cosa e dove sono i riferimenti presso i quali troveremo conforto ed aiuto. E qui arriviamo alla conclusione che il nostro più grande aiutante nei momenti acuti della crisi è costituito dalla fiducia nel prossimo. Solo abbandonando la vergogna e riconoscendo umilmente la forza potenziale della fiducia nel prossimo (possiamo chiamarla in parte anche solidarietà?) potremo tentare di affrontare e superare con successo molte delle sfide che ci attendono.